"Festa notturna" alla Libreria Raffaello
- Antonio Orselli
- 5 dic 2017
- Tempo di lettura: 1 min
Tra le righe di questo sterminato materiale, si rinvengono tracce di un’altra parte del mondo di Piedigrotta, di una sua dimensione oscura, quasi sconosciuta: un’altra festa, una Piedigrotta notturna. Al tramonto del giorno sette settembre, gruppi di uomini, donne e ragazzi vestiti con foggia guerresca, si muovevano da tutte le parti della città e dai paesi circonvicini, per raggiungere la zona del Santuario. Durante il cammino, si suonavano gli strumenti della musica tradizionale e, intonando i canti della Tradizione, si danzava il ballo sul tamburo o tarantella. Questo pellegrinaggio aveva come mèta la Grotta di Pozzuoli, o Grotta di Posillipo: la Crypta Neapolitana degli Antichi, situata alle spalle del Santuario, nelle immediate vicinanze della cosiddetta tomba del poeta Virgilio Marone. In questo antro, forse da secoli, i napoletani si recavano nella notte tra il 7 e l’8 di settembre e, alla luce dei fuochi e delle fiaccole, stimolati dai canti e dalle danze tradizionali, celebravano una festa che, in alcune sue particolari circostanze, sembrava assumere i caratteri di un rituale erotico di fertilità femminile. Questo, almeno fino agli inizi del XX secolo, quando la Grotta fu chiusa, e quella festa notturna, naturalmente, non ebbe più ragione di esistere. Di quest’altra Piedigrotta, non si sa quasi nulla. Ma, come si diceva, testimonianze ve ne sono, benchè rarissime e assai frammentarie. Probabilmente, è proprio per questo motivo che tale avvenimento risulta ignorato dai più nei suoi caratteri e nelle sue modalità.
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