"Giudizio Universale" al Domus Ars
- Giovanni Carullo
- 4 nov 2017
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Nella Divina Commedia, alla fine del III Canto, Dante sviene sulle rive dell’Acheronte, alle porte dell’Inferno, terrorizzato da un improvviso terremoto. Ma cosa avrebbe visto, se fosse rimasto sveglio? Ce lo spiega il giovanissimo Giovanni Carullo che nel suo “Giudizio Universale” immagina che, svenendo, Dante abbia mancato di conoscere il vero Signore dell’Inferno, palesatosi emergendo dalle nere acque del fiume infernale. E questo svenimento, questa umana debolezza hanno impedito al sommo poeta di conoscere quali sono i “veri” peccati per cui verrà punita l’umanità. E grazie a questa intuizione, Giovanni Carullo comincia una nuova discesa agli inferi, nelle debolezze dell’umanità, delle proprie debolezze, discesa necessaria per affrontare il “Giudizio Universale”. Questo catartico percorso dell’Autore – ma anche del Lettore – è magistralmente illustrato dalle tavole oniriche e surreali di Luca “Duca” Savino che ritrae personaggi e paesaggi con uguale perizia, trasportandoci davvero in un “altro mondo”.
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