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La Vita in Pezzi - Metafora in bianco e nero.

I libri di scacchi, quelli veri, quelli dedicati alla tecnica della partita, possono sembrare, al non giocatore che se li trovi fra le mani, simili a una specie di elenco telefonico, pieno di numeri e diagrammi. Studiare partite e posizioni è infatti necessario per migliorare il proprio livello di gioco: per questo motivo gli scacchisti sono tradizionalmente buoni lettori di libri, e in Italia sono sorte diverse case editrici dedicate in maniera prevalente al gioco.

Temi e argomenti scacchistici emergono in libri di argomenti diversi: dalle scienze esatte alle scienze umane. In particolare gli scacchi hanno spesso incrociato la matematica, e il racconto di alcuni aspetti psicologici del gioco ha incontrato un certo favore nel pubblico.

Ma nelle opere letterarie, al cui interno, il tema scacchistico ha assunto un’importanza fondamentale, la presentazione del gioco ha, a seconda dei casi, ruoli differenti. Richiedendo capacità di memorizzazione, concentrazione e analisi, il gioco degli scacchi è stato spesso usato come segno d’intelligenza, per connotare situazioni o personaggi.

In altre occasioni gli scacchi segnalano una situazione complessa, a carattere strategico, indicano dunque un problema o un enigma. Il gioco è usato spesso per indicare un conflitto formalizzato: una contrapposizione di forze. Spesso gli scacchi segnalano una ossessione, che è differente dalla dissipazione economica e psicologica indotta dal gioco d’azzardo e narrata in varie novelle: gli scacchi possono portare all’autodistruzione non, come per il gioco d’azzardo, per fattori sociali esterni all’individuo, bensì per l’intensità interiore dell’investimento della propria personalità nel gioco.


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