Povera gente
- Fëdor Michajlovič Dostoevskij
- 5 feb 2016
- Tempo di lettura: 1 min
Pubblicato nel 1846, "Povera gente" è uno dei romanzi del "primo periodo" di Dostoevskij, in cui l'eredità del "sentimentalismo" si avverte con una certa intensità, come si avvertono pure le idee della "scuola naturale" e l'influenza della poetica dell'impegno di Belinskij e dei socialisti utopisti, per i quali Dostoevskij aveva in quel periodo un forte interesse.
Invero l'impegno dello scrittore è più lirico umanitario che veramente sociale, ma dietro le vicende, le tristezze, la rassegnazione anche dei suoi personaggi, si sente la vita della città russa, e le sue angosce.
L'opera fu accolta con entusiasmo dallo stesso Belinskij e dagli scrittori Nekrasov e Grigorovic, che si occuparono della sua pubblicazione.
La trama è semplice, se si può parlare di trama: il romanzo è di tipo "epistolare" (il che è un segno del suo legame con il tipico romanzo sentimentale della fine del '700 e dell'inizio dell'800).
Makar Devuskin, un umilissimo impiegato, e Varen'ka Dobrosjolova, che vive di fronte alla cameretta di Devuskin, si mandano lettere. Attraverso queste lettere l'autore ci informa sulla vita passata di Devuskin e della fanciulla, e sulla vita presente.
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